“Se si pensa che il governo nei suoi documenti ufficiali certifica un’evasione fiscale di 109 miliardi, sette miliardi di euro recuperati in un anno sono una cifra possibile”. Lo dice, in una intervista al Corriere della sera, Maria Cecilia Guerra, sottosegretario al ministero dell’Economia. “E siamo stati anche prudenti nelle stime – aggiunge -. Per alcune misure, dalle quali ci attendiamo grandi risultati, non indicheremo previsioni di gettito”. Alla domanda se tra queste misure ci sono anche i controlli a tappeto sulle fatture elettroniche, che da gennaio saranno obbligatorie per tutti, risponde: “Per aggredire l’evasione non ci affidiamo a un solo strumento miracoloso, ma abbiamo definito una strategia molto articolata. Uno degli obiettivi è quello di usare al meglio l’enorme quantità di dati che vengono raccolti, sia per verificare incongruenze nelle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti, sia per fare analisi di rischio”. Sul fatto che un anno fa il Garante per la privacy aveva fissato paletti molto rigidi per l’uso dei dati delle fatture elettroniche, Guerra osserva: “Il diritto alla privacy non vuol dire avere il diritto a evadere, oppure a nascondere la propria ricchezza a chi ha il dovere di verificare. Abbiamo cercato di scrivere una norma coerente con la direttiva dell’Unione Europea sulla privacy che permette di derogare al principio generale, quello che richiede il consenso dei cittadini sull’uso dei dati personali, se è giustificato da un’azione istituzionale propria delle autorità deputate. Come la Guardia di finanza o l’Agenzia delle entrate”. “La stagione dei condoni – fa anche sapere – è finita” e annuncia “misure contro le false cooperative e le imprese fittizie. Il taglio alle detrazioni sarà graduale e non lineare”.